L’impero delle luci
- cosessenziale
- 25 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
di Matilde Mariani

Eccoci qua, nuova settimana, nuovo dipinto. Questa volta il nostro protagonista è un surrealista belga, René Magritte, nato alla fine dell’Ottocento ha dipinto un totale di 800 opere, tra cui “Gli Amanti”, opera che vi ho presentato la scorsa volta. Ma cosa vuol dire che era un surrealista? Beh, prima vi presento il quadro e poi vi dirò qualcosa in più.
A primo impatto è quasi sconcertante o almeno, strano, molto strano come quadro. Infatti è diviso in due: la parte superiore è occupata da un cielo sereno con nuvole bianche e soffici (evidentemente un cielo diurno), mentre nella parte inferiore il paesaggio è notturno, è tutto scuro a parte due fonti di luce, un lampione e una finestra della casa. Ecco qui spiegato il surrealismo: l’artista vuole suscitare stupore nello spettatore giocando con la sua percezione della realtà, che qui è decisamente particolare. E come se due parti del giorno completamente opposte (il giorno e la notte), e che fino alla morte dei tempi saranno sempre opposte, coesistessero nello stesso momento distruggendo una delle nostre poche certezze al mondo.
«Nell'"Impero delle luci" ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia».
Queste sono le parole di René nel descrivere l’opera. La riassume perfettamente in queste poche righe riuscendo a buttarci dentro anche la poesia, ma pensavo, la poesia non è l’unica forza che riesce a sorprendere ed incantare, no?! D’altronde questo sito è tutto incentrato alla ricerca del cosa sia l’essenziale per tutti noi, no?! Ecco, per me l’essenziale è il bello, tanto che ho basato tutta la mia “rubrica” su quello, in questo caso sul bello nell’arte, ma il bello può essere ricercato veramente ovunque, in un momento, in un film, in una canzone, in una fotografia, in una persona… La ricerca del bello è infinita perché il bello stesso è infinito.
Io tendo ad essere una persona positiva, ottimista, sempre con il sorriso in faccia e forse proprio per questo trovo il bello un po’ ovunque, per me è essenziale questa ricerca, è essenziale l’esistenza del bello stesso. Per ricollegarmi all’inizio del discorso se no divago fin troppo, per me il cosiddetto “bello” è in grado di sorprendere e di incantare, sempre, ovunque sia, ovunque si manifesti.
Ora…non vorrei essere troppo noiosa e, visto che vi ho fatto riflettere fin troppo, volevo vedere se quest’opera, questa frase di René o persino il mio attentato a fare una riflessione personale vi avesse suscitato qualcosa. La dico in termini più semplici, vorrei che mi scriveste una poesia, una frase, il testo di una canzone, ecc. che vi ha colpito così tanto che per voi è essenzialmente “bello”. Per esempio, parto io…

Questa l’ho scattata alle 18.12 dell’11 febbraio 2020 ad Atene. Il bello di cui vi parlavo è racchiuso nella fotografia sì, ma anche in un momento particolare, nelle persone, nel cielo spettacolare, nell’atmosfera…È in qualche modo essenziale per me <3
Detto questo vorrei veramente che interagisse con me dicendomi un po’ quello che volete, ne sarei molto felice e riempirebbe le mie giornate un po’ monotone e noiose, fatelo per la mia incolumità mentale, grazie.
Mati :)
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