top of page

Anno nuovo, vita... boh!

Ciao amici! Sono super contenta di riprendere col sito dopo la pausa natalizia... premetto che vedrete un sacco di cose in ritardo perché ho aspettato di ricaricarmi prima di postare in blocco. Ci sarà un "episodio natalizio" questa settimana, ma abbiate pietà: anche i siti vanno in vacanza.

1 gennaio 2021: lo scattare della mezzanotte e l'attesa precedente, convenzionalmente concitata ed emozionante, si è rivelata assolutamente normale. Una normale serata, più rumorosa e fonte di disturbo per il sonno del mio nipotino, che del Capodanno non era particolarmente interessato, ancor meno della sottoscritta.

Per poco ho pensato di andare a letto anche prima, ma alla fine ho optato per una doccia calda a mezzanotte e cinque, da cui sono scaturite riflessioni esistenziali che non sto a riportare, non integralmente per lo meno, poiché non voglio trasformare questa lettura in sofferenza più del dovuto.


La forza dell'abitudine mi ha fatta sentire in colpa particolarmente: c'era da festeggiare, fare gli auguri, scrivere e tutte quelle cose che non mi sentivo in dovere di fare. Anche il fatto di non essere con i miei amici, certamente, ha reso la cosa più difficile e lo spirito delle feste dicembrine, che io tanto amo, non è stato particolarmente presente durante le vacanze (a parte nel magico momento in cui mi sono trasformata in Babbo Natale: ho incartato la caterva di regali che è arrivata alle mie nipoti e divorato i biscotti come pagamento per il duro lavoro).


Il punto è che Instagram, - dove fondamentalmente ho la mia residenza online - come penso tutti gli altri social, era intriso di memes e post di gente che sperava nella fine di questo 2020 "da incubo". Vi consiglio, già che ci sono, un video politically incorrect di Cartoni Morti, che ogni anno ipotizza il discorso di fine anno da parte del Presidente della Repubblica e questa volta, tra una polemica e l'altra, centra il punto in maniera comica e leggera: non è lo scattare dell'anno nuovo che farà la differenza.


Facendo i miei bilanci, il 2020 non è stato assolutamente da incubo: faticoso certamente, ma rimane uno degli anni che più ha rotto le convenzioni sociali e i perbenismi - a cui sono particolarmente avvezza - e che mi ha chiesto tanto, tra cui l'esigenza di ritornare all'essenziale, che ha fatto nascere questo sito, che mi ha fatto uscire dal liceo e mi ha accompagnata, seppur in modo rocambolesco, all'università.


Sono entusiasta di riniziare le lezioni, di conoscere nuova gente - e probabilmente è solo la carica che di default ci riprende tutti dopo la pausa invernale - ma d'altro canto non nego di fare una fatica tremenda a studiare e sarà una croce che mi porterò a lungo. Non penso che il 2021 cambierà qualcosa, nè che mi toglierà la fatica: siamo ancora rinchiusi in casa, nonostante lo scoccare della mezzanotte del 1 gennaio, e tanti miei cari stanno ancora male, alcuni di loro sono morti, altri stanno morendo o sono ancora in ospedale.


Il 2021 in quanto tale non cambierà le cose, ma noi sì. Non ci tireremo fuori dalla situazione in maniera immediata e dobbiamo aspettare ancora un po' di tempo per la sconfitta totale del nostro amichetto che tanto si diverte a dilagare per il mondo, però possiamo trovare il gusto di vivere questo anno, scoprendo cosa c'è, cosa ci renderà felici, perché straordinariamente è possibile essere lieti anche in questo momento, anzi è fondamentale.


Come augurio di inizio anno vi consiglio di vedere Soul il nuovo film della Pixar, che in questo periodo è centratissimo. Me lo ha consigliato un mio amico, che mi ha spinto a guardarlo citandomi una storiella ripresa dal racconto di Foster Wallace che si trova nel film:

Un giovane pesce nuota da un anziano pesce del suo branco e gli dice "Sono stufo di queste acque, voglio andare nell'oceano!" L'anziano gli risponde "guarda che noi siamo nell'oceano". Il pesce allora replica "Impossibile! Questa è solo normale acqua".


Il punto è sempre il solito: cosa ci farà godere la vita? Uscire di casa e vedere gli amici? Certamente. Un altro mio amico mi ha ricordato una cosa, che nei miei post avrete letto miliardi di volte, ma che continuo a dimenticarmi: noi siamo fatti per l'infinito. Passiamo il tempo ad aspettare la cosa che ci soddisferà per sempre, che darà finalmente la svolta al nostro vivere, il nostro "oceano". Ma nulla sarà la vera svolta.


La vera svolta parte dal modo che io ho di affrontare le cose, avendo la consapevolezza che nulla mi soddisferà fino in fondo se resterà una cosa fine a se stessa. Il 2021 non è il nostro oceano, la fine della zona arancione, nemmeno. La cosa più bella che posso augurarvi, e che auguro a me stessa, è davvero di gustarmi tutto quello che mi verrà regalato quest'anno, e di saper tenere gli occhi aperti su tutto, in modo da cogliere la bellezza anche nelle crepe più nascoste e anche nel dolore che mi verrà posto davanti.

Come dice il motto del sito: iniziamo a vivere. Non perdiamo tempo ad aspettare che la vita ci prenda. Il mio proposito per quest'anno, posto che sono contro queste cose, è imparare a vivere così sempre.


In conclusione, il mio 2020 non è stato assolutamente da dimenticare, anzi, controtendenza lo ricorderò con piacere, senza togliere il dolore che ho provato per varie questioni, e per la maggior parte di voi che avete risposto alle mie domande che ho messo su Instagram - sì, Essenziale ha un profilo Instagram, andatelo a seguire (scusate la marchettata ma ci sta ogni tanto) - non è stato certamente solo negativo. Posso dire - anche perché ho vissuto in una condizione particolarmente fortunata stando da mia sorella, con le mie nipoti - di essere grata a quest'anno che non mi avrebbe mai dato tanta voglia di vivere se non mi avesse puntato contro il grandissimo ostacolo del Covid.


Non voglio ridurre tutto a uno slancio ottimistico, come ho spesso paura che accada quando scrivo: la nostra fatica e il dolore non sono eliminati, ma possono prendere una strada molto più fruttifera e si può vivere con una letizia di fondo.

Per esemplificare questa cosa e chiudere, mi sento di citare i versi finali di Veglia di Ungaretti, dove dopo aver esposto le condizioni drammatiche e disumane della prima guerra mondiale e del suo amico ucciso in maniera crudele accanto a lui, dichiara:

"[...]

Non sono mai stato tanto attaccato alla vita".


 

Immagine: Città dall'alto, Matilde Mariani.

Post recenti

Mostra tutti
perdonarsi-essere me

Essenziale ha compiuto un anno da pochi giorni e i pezzi che campeggiano sul sito sono decisamente meno di quelli che avevo immaginato...

 
 
 
Volermi bene

È un periodo particolarmente bello della mia vita, uno di quelli in cui cerchi con la coda degli occhi da ogni parte la fregatura, perché...

 
 
 

Comentarios


©2020 di essenziale. Creato con Wix.com

bottom of page