A regola d'arte: "I fortunati casi dell'altalena"
- cosessenziale
- 19 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
di Matilde Mariani

Ho avuto/mi sono state suggerite diverse idee su come impostare questa “rubrica”. Di cosa parlo nel primo articolo? Che opera scelgo? La mia opera preferita? L’opera che mi attirava di più da piccola? Un’opera conosciuta, un’opera non conosciuta, una fotografia, un monumento e via dicendo.
Sono anche andata a cercare su internet le opere più belle del mondo, quelle più brutte, le più conosciute, le più amate, ma niente, non trovavo la mia ispirazione.
C’era un unico quadro a cui ho pensato, non l’ho mai studiato (perché probabilmente è una di quelle opere che passano in secondo piano o che non hanno avuto così grande successo), non è nemmeno un’opera che si conosce bene, ma è da un po’ di anni che mi attira.
Fino a due giorni fa non avevo neanche idea del titolo, dell’autore, della data, ma era comunque rimasto impresso nella mia mente.
Ho deciso allora di iniziare proprio da questo quadro, che ho scoperto intitolarsi “I fortunati casi dell’altalena”…bel titolo vero?! I fortunati casi dell’altalena… sembra quasi il titolo di una poesia di non so chi.
E’ un’opera del 1767 di Jean-Honorè Fragonard, un artista di cui non si parla mai, francese, ha fatto un viaggio lunghissimo in Italia e si è innamorato dei suoi paesaggi (diciamocelo, chi non l’avrebbe fatto nel 1700?!). Non è ricordato perché è un esponente del Rococò (movimento artistico di quel tempo, messo costantemente da parte per far spazio a un’arte molto più seriosa, celebrativa e noiosa, ecco), ma anche perché non si sentiva all’altezza degli altri artisti - povero Fragonard - e un po’ c’è da dargli ragione, un’artista contro il quale doveva competere era Jacques-Louis David (quello di “Napoleone valica le Alpi al Gran San Bernardo”, per intenderci).
Nonostante questo però, bisogna dargli credito per tutti i quadri che ha fatto su temi frivoli, proprio come “I fortunati casi dell’altalena” .
Si potrebbe definire come un’opera “caotica”, e un po’ lo è, ma a sua discolpa devo dire che il Rococò era caratterizzato da un’abbondanza di elementi, quindi ci stava. Potrei star qui a farti tutta l’analisi stilistica, iconografica, tecnica, compositiva dell’opera, ma voglio dirti cosa rappresenta. Questa signorina che si dondola beata sull’altalena è in realtà la protagonista di un triangolo amoroso: lo vedi sulla destra, dietro, nell’ombra, quell’uomo? Ecco, lui è suo marito, che la spinge (perché a quanto pare andare sull’altalena era un’attività incredibilmente divertente per i nobili del 1700…bah). Quel poveretto che spinge la sua sposina, è completamente ignaro che davanti, nei cespugli, si nasconde l’amante di lei, a cui la fanciulla lancia la scarpetta (manco fosse Cenerentola).
La cosa però che mi ha colpita particolarmente non è la storia da telenovela spagnola, ma è proprio quel “caos” tanto criticato del Rococò, di alberi, cespugli, fiori, statuette, tulli attorno alla ragazzetta. Quel vestito sembra così morbido…Guarda quanto sono belli tutti i dettagli, cavolo, mi fa venire voglia di vestirmi come una sposa de “Il mio grosso grasso matrimonio Gipsy” e dondolarmi spensierata in mezzo a una foresta…no?!
In conclusione, andrà molto a sentimento questa “rubrica”, non seguirò un filo logico particolare, parlerò della prima opera che mi passa per la testa, magari racconterò un po’ la sua storia (cercherò di non essere noiosa, va bene) e farò delle mie considerazioni.
Bene, io ho finito, non volevi dilungarmi troppo, spero che almeno un pochino ti sia piaciuto il mio pseudo discorso, se no pace.
Ciao amici,
come potete vedere il sito sta prendendo una piega sempre più personale e sempre più mani si stanno prodigando a rendere la pagina un luogo dove creare incontro e bellezza.
Matilde, che conoscerete perché è l'autrice di quasi tutte le immagini sul sito, ogni giovedì curerà la rubrica "A regola d'arte", perché - come abbiamo detto -, l'"Essenziale" è il bello e la sua ricerca, così come l'arte.
Non abbiamo la pretesa di essere un'enciclopedia, quindi ogni cosa condivisa sarà estremamente soggettiva e con un tono personale e frizzante, proprio perché fatta da noi! Insomma qualcosa per farvi venire voglia di incuriosirvi e cercare!
Siamo curiosi di sapere cosa ne pensate, non siate timidi e se avete domande/proposte scrivete!!
A presto,
Chiara
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