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Sii felice sempre

di Gabriele La Marca


"Sii felice, sempre...". Così mi disse mia madre quando, il 13 di quel freddo marzo, io compii i miei fatidici 18 anni. Un augurio sincero, un augurio che veniva dal profondo del suo cuore... percepivo questo quando, con le lacrime agli occhi pronunciava quelle sillabe così innocenti. Ma ecco che, dopo qualche secondo, proprio come un guinzaglio che guidato dalla discutibile - seppur giustificabile - razionalità del cane, si attorciglia attorno al palo non lasciando all' animale alcuna via di fuga, la mia mente iniziò ad intricarsi in un ragionamento pessimista e brutalmente reale, fine a se stesso e al rovinarmi la giornata, com'era solita fare dopo ogni normalissima affermazione: realizzo quanto dire a qualcuno di esser sempre felice sia un perfetto modo per mettergli ansia e pressione.

E se non fossi stato felice in futuro? Se gli unici momenti di felicità in futuro fossero stati tornare a casa, sdraiarmi tra le candide e pesanti braccia del sonno, oppure comporre banali scopiazzature inconsce di altri pezzi che ho apprezzato in passato?

Ovviamente lei non avrebbe saputo rispondere... anzi: avrebbe esordito con qualche espressione come "eh ma ti fai troppi problemi!", oppure con un energico " perché devi trasformare tutto quello che dico in qualcosa di negativo!?", e sulla seconda non avrebbe nemmeno tutti i torti. Sono ormai sei anni che me lo chiedo anch'io mamma, ok? Ed ogni volta, è triste realizzare che reagisco così perché la mia fiducia per il mondo non è poi così alta... Ed ho questo ricordo che riporta indietro il mio spirito, ad un'età dove tutto sembrava più alto e spaventoso ma, allo stesso tempo, più sicuro e accogliente: ricordo che da bambino ero andato allo zoo con dei miei amici e avevamo passato il pomeriggio osservando con curiosità gli animali e divertendoci a commentarne le forme bizzarre. Durante quel fatidico pomeriggio ci fu un momento, durò pochi secondi... un momento dove mi fermai e mi sentii come se niente dentro di me fosse fuori posto, come se fossi esattamente nel posto giusto al momento giusto: tutto ciò che cercavo in quel momento era lì, non mi sarebbe servito altro. Fu una sensazione magnifica, nessuna preoccupazione ebbe la forza di turbare quel singolo attimo che, pur essendo stato un lasso di tempo così infimo e trascurabile, celava dentro di sé un potere immenso....Durante la mia vita, momenti simili sono successi raramente. E se fosse questa la felicità? No no, non mi riferisco al tipo ti felicità che provi quando apri un pacco regalo e ti trovi in mano ciò che avevi sperato ti regalassero... Mi riferisco alla vera felicità, esattamente quella che pensatori e i filosofi di ogni epoca, hanno studiato e hanno faticato a intrappolare in una definizione, quella che per esempio il grande Aristotele ha descritto come vivere secondo la propria natura, nel libro scritto per il figlio Nicomaco: l'augurio di felicità che un genitore fa con amore al proprio figlio. Allora forse è questo che intendeva mia madre... “sii felice, sempre!”: cerca in ogni modo di vivere secondo le tue virtù e facendo ciò che ti piace, cercando in ogni giorno che nasce quel momento in cui ogni cosa è al suo posto. L'augurio di una madre al proprio figlio. Così alzando lo sguardo da terra, guardai in viso mia madre mentre lei, con degli occhi speranzosi, chiedeva con insistenza una risposta. Allora, in modo incredibilmente naturale e con espressione serena, accennai un sorriso e lo tenni qualche secondo, poi tornai in camera mia consapevole che, forse, sarei stato ancora una volta bambino.



 

Immagine: E. Hopper, Summer evening

1 Comment


Simone Redoglio
Simone Redoglio
Nov 18, 2020

E se non essere sempre felici non fosse un problema?

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